Continua a ricevere elogi, Lewis Hamilton, nonostante una stagione non convincente: qui, il paragone farà molto piacere.
Per una volta, i risultati non hanno dato ragione a Lewis Hamilton, il sette volte campione del mondo che ha vissuto la sua peggior stagione nel 2022. Mai, da quando ha iniziato a correre in F1, il classe ’85 aveva ottenuto soltanto un sesto posto in Classifica Piloti, ma la seconda parte di campionato con la sua W13, ha comunque lasciato dei buoni segnali su cui lavorare, all’inglese.
Una cosa è certa: dopo l’ultima stagione dove è arrivato anche dietro al compagno di scuderia, Hamilton non si è arreso, anzi, ora è ancora più attento a cercare nuovi risultati di livello. Lui stesso, ha anche spiegato perché ancora non pensa al ritiro e su questo, tutti i piloti avversari sono avvisati. Ovviamente, un pilota della sua fama, riceve elogi anche dopo una stagione altalenante, e quelli che sono arrivati nelle scorse ore, sono tutt’altro che scontati. Anzi, qualcuno ha anche azzardato uno scomodo paragone.
All’interno del podcast di Formula 1, Beyond the Grid, a spiegare perché fosse ancora molto impressionato dal pilota britannico, ci ha pensato un uomo a lui molto vicino. Il direttore esecutivo della Mercedes, Toto Wolff, non ha mancato l’occasione di ribadire la sua fiducia a quello che, almeno al momento, resta il pilota numero uno della scuderia: “La stagione è stata davvero difficile per Lewis perché gli abbiamo dato una vettura con cui raramente è stato possibile avvicinarsi alla vetta”, spiega l’ex pilota austriaco. Secondo Wolff, sia Hamilton che Russell, avrebbero lottato con un’auto che non dava loro il meglio in quanto a prestazioni, ottenendo comunque ottimi risultati.
E così, dopo un ex pilota che ha affermato che Lewis Hamilton non gli piace come persona, a tornare a parlare delle sue prestazioni in pista, ci ha pensato proprio il numero uno di Brackley. Wolff, ha continuato dicendo: “Trovo ammirevole il modo in cui Lewis ha gestito questa situazione. Certo, ci sono stati momenti in cui la squadra era depressa, ma è stato allora che Hamilton ha superato se stesso e ha motivato gli altri”. Insomma, un aiuto anche all’interno dei box che non tutti possono dire di avere, quello del forte trentasettenne.
Wolff è totalmente preso dall’energia del pilota che ormai conosce da tantissimo tempo e che ha visto sul tetto del mondo, ed infatti, alla fine va anche a prendersi la responsabilità di accostarlo ad uno dei piloti più forti della storia: “Non si trattava solo di essere coinvolti per rendere l’auto più veloce. Si trattava anche di presenza nella fabbrica di auto da corsa, e nelle sedi del GP è diventato un esempio brillante. Mi ha ricordato molto Michael Schumacher, e da altri sport mi viene in mente solo Tom Brady nel football americano. Succede quando qualcuno diventa più di un atleta, quando lavora così duramente emotivamente per la sua squadra”, ha ammesso il classe ’72.
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