Erik ten Hag sta risollevando il Manchester United, riuscendo laddove tutti avevano fallito. I Red Devils si candidano come seria minaccia!
Sembrava impossibile per tutti dal post Ferguson, eppure c’è chi ce la sta facendo: Erik ten Hag sta facendo girare il Manchester United. Dopo aver gestito alla grande il caso CR7, arrivando a silurare il lamentoso Ronaldo, ha saputo rilanciare alcuni uomini e creare un sistema di gioco vincente. Intanto sul mercato cerca un palleggiatore raffinato da piazzare a metà campo, poi i Red Devils diventeranno una vera e propria minaccia per tutti.
La rivoluzione non è semplice: va pianificata, non dura certo una notte e inevitabilmente comporta delle vittime. Ci vuole pazienza per fare una rivoluzione che scuota le fondamenta e rovesci l’ordine precostituito. Erik ten Hag è approdato a Manchester questa estate per fare la rivoluzione e, tra mille difficoltà, ce la sta facendo.
Laddove hanno fallito tutti quanti, eccetto Mourinho, faticando ad affermarsi e a vincere. Da Moyes a Giggs, da van Gaal a Solskjaer e finendo con Rangnick. Nessuno è riuscito a riportare lo United ai fasti raggiunti con Sir Alex Ferguson in panchina. José Mourinho è quello che ha fatto meglio arrivando a vincere tre trofei in una sola stagione ma inemciandosi ambiente e gruppo l’anno dopo.
Eppure ten Hag ce la sta facendo. Il suo credo calcistico c’è, funziona, la sue linea dura serve a farsi rispettare ed ha già mietuto vittime illustri. Alla fine ha vinto lui nel braccio di ferro con Cristiano Ronaldo: lamentoso e sufficiente in campo, poco disponibile alla corsa e al sacrificio.
Così il tecnico olandese l’ha fatto fuori, prima mettendolo in panchina e poi rimuovendolo fisso dai titolari. Oggi Ronaldo ha rescisso, lo United gioca a calcio e si candida come potenziale vincitrice di titoli.
Innanzitutto la filosofia, questa è la prima cosa: il Manchester deve riscoprirsi, ricordarsi di essere il più importante club inglese nonché il più vincente. Lo United deve far paura, deve fidarsi delle sue Accademy e deve crescere nuovi Scholes e Giggs, gente che sappia cosa significhi essere un Red Devils. Allo United, tra le tante mancanze, è venuto meno l’interesse per la causa e questo non può andare bene.
Potare i rami secchi: via tutti quelli che non credono o non sono dediti alla causa. Si gioca per la maglia che si indossa e per i tifosi sugli spalti, non unicamente per sé e per il lauto stipendio. Perciò via i Ronaldo e i Pogba, fa bene ten Hag a rilanciare Martial e Rashford che rispondono subito con prestazioni e gol.
Il 4-2-3-1 disegnato dal tecnico che vuole pressione, palleggio, inserimenti, sacrificio e creatività. Basta palloni lunghi lanciati a caso, basta vivere sull’idea del singolo: il gioco di squadra, il calcio totale figlio di quell’impianto calcistico olandese che fu di Michels e Cruijff. La propositività e la voglia di annientare l’avversario devono essere alla base: tutti devono temere i Red Devils.
E poi le regole ferree da seguire, quelle immancabili. Erik ten Hag è un sergente duro ma seguirlo porterà gioie a tutto l’ambiente. In una mail inviata ad ogni calciatore il tecnico olandese ha ordinato un regime alimentare sano, un controllo quotidiano sui test fisici che dovranno sempre esser superati, un dialogo continuo ed il concetto di squadra che non dovrà mai venir meno, pena l’esclusione dalla squadra.
Insomma, ten Hag non è un tecnico tenero ma con la rivoluzione voluta e imposta anche se duramente sta ottenendo risultati. Oggi il Manchester risale la classifica e gioca a calcio, subisce ancora tanti gol ma segna ancor di più: scende in campo una nuova pretendente per i titoli nazionali ed internazionali, gli altri top club sono avvisati.
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