Ennesimo colpo di scena in una F1 che proprio non sa stare al suo posto. Cambia il numero di gare e stavolta è record, ma salta una tappa!
Post pandemia la F1 è sicuramente tra i movimenti che più si sono dimostrati clamorosamente in ripresa. I tifosi sono tornati sugli spalti e davanti al televisore, lo share è aumentato vertiginosamente e si respira molta più attenzione intorno al mondo F1. Nei prossimi anni la competizione subirà una progressiva svolta storica, modificando regole e introducendo novità. Si comincia cambiando il numero di gare a calendario.
La F1 tira dritta, guarda avanti e tenta di discostarsi ogni giorno di più dal passato seppur glorioso e ricco di pietre miliari. Eppure siamo nel ventennio della nostalgia: dal cinema alla musica, dallo sport all’intrattenimento, tutto guarda a ieri con una lacrime di malinconia. Loro no, loro guardano al futuro e questo ci piace.
Da qualche anno e nei prossimi soprattutto la F1 subirà una mutazione enorme, cambiando molto di sé introducendo novità e modificando regole. L’obiettivo principale è quello di arrivare a zero emissioni nel 2030, così da dar vita ad una competizione più sostenibile.
Nel mentre però i buoni propositi per l’ambiente cozzano un po’ con la voglia di fare business e dare spettacolo. Più piloti, più macchine, più gare, più show… ma meno consumi, meno spese e meno danni. Complicato, ma si sta lavorando intensamente per riuscire nell’impresa.
Le gare di F1 cambieranno per sempre, sia nel numero che nella forma, introducendo man mano novità. Una su tutte la conferma che le Gare Sprint quest’anno saranno ben sei, raddoppiando la propria presenza a calendario pertanto. Cresce anche il numero di weekend di gare e stavolta è record, anche se una tappa prevista è saltata e al momento non verrà sostituita.
Le gare a calendario quest’anno sarebbero dovute essere ben 24, un record mai toccato prima d’ora, ma qualcosa è andato storto. Saranno 23 tappe stagionali per 9 mesi di competizione di monoposto quattro ruote scoperte, un record! Molti piloti si sono detti dubbiosi circa l’enorme sforzo fisico e mentale che verrà richiesto a meccanici, ingegneri e finanche a loro stessi. Ma lo show deve andare avanti, ad ogni costo.
Salta ufficialmente il Gran Premio di Cina, grande assente dal 2019 quando lo vinse Lewis Hamilton. La tappa asiatica salta nuovamente per le questioni legate alla pandemia che laggiù sembrano tutt’altro che risolte o sotto controllo. Per questo motivo si scende a 23 gare ufficiali e non più 24, ma non disperate perché non tutto è perduto.
Al momento si è fermi a 23 ma rumor riportati anche dalla Gazzetta dello Sport parlano di trattative per tappare la falla e riportare a calendario qualche vecchia gloria. Su tutte la favorita sembra la tappa portoghese di Portimao, ma non c’è nulla di ufficiale e si potrebbe anche rimanere così. Aspettiamo e vediamo.
Comunque, il calendario di F1 recita così: apertura a Sakhir il 5 marzo per poi volare a Jeddah due settimane più tardi. Ad aprile avremo Albert Park e Baku, che sarebbero state intervallate dal GP cinese. Un maggio molto ricco con prima Miami, poi Imola e infine Monaco. Un’estate ricca di eventi, ben sette: Barcellona e Montreal a giugno, Spielberg, Silverstone, Hungaroring e Spa-Francorchamps a luglio, Zandvoort ad agosto.
Il rush finale di F1 parte da Monza a settembre per poi proseguire con Marina Bay e Suzuka. Ad ottobre si farà visita a Losail per poi migrare ad Austin e successivamente a Città del Messico. Tappa di Interlagos il 5 novembre, l’esordio di Las Vegas il 18 novembre e si chiude come consuetudine ad Yas Marina il 26 novembre.
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