Il Motomondiale del 2022 fa registrare un record negativo: nella storia della MotoGP mai si era caduto così tanto! Ecco spiegato il perché.
Le competizioni motoristiche sono per definizioni sport pericolosi poiché si fa uso di motori potentissimi e si raggiungono velocità mostruose. I piloti si sentono vivi tentando di superare i propri limiti, sfidando il rischio, e sono esempi di coraggio e determinazione. A quanto pare le nuove moto sono molto pericolose, questa è una delle spiegazioni che possiamo darci nel costatare che le cadute in MotoGP sono pericolosamente aumentate.
Spesso si fa una sciocca retorica sul pericolo che i piloti corrono in MotoGP o in altre competizioni, tutto chiaramente senza esser veramente dentro la questione. I piloti scelgono di correre a velocità forsennate perché questo li fa sentire vivi, in questo sono dannatamente bravi e perché il brivido gli permette di superare i propri limiti. Veri uomini prima ancora che grandi atleti.
Purtroppo ogni tanto è capitato che qualcuno ci lasciasse. Nessuno è stato mai dimenticato, ovviamente, da Daijiro Kato a Marco Simoncelli e passando per tutti gli altri. Ma loro hanno scelto di essere piloti, con tutti i rischi, le pressioni e le responsabilità che comporta: non c’è bisogno che benpensanti e ciarlatani gli ricordino quanto pericoloso possa essere.
A tal proposito, il Motomondiale 2022 fortunatamente non ha registrato decessi prematuri, ma una valanga di cadute sì. Anche diversi infortuni in effetti, tra Marc Marquez, Joan Mir, Takaaki Nakagami e Fabio Quartararo. Ma in tema di sicurezza si sono fatti enormi passi in avanti, questo va detto, pertanto ora si cade e basta.
Si cade molto, in effetti, quanto mai si era caduto prima. Il Motomondiale 2022 ha fatto registrare un numero enorme di cadute per quelli della competizione delle due ruote. Andiamo a scoprire come si è reso possibile.
Sapete di quante cadute stiamo parlando nella MotoGP del 2022? Di ben 335 scivoloni, più o meno dolorosi. Sono tanti, credeteci, considerate che un numero così alto non lo si faceva registrare dal 2009. Esattamente da 13 stagioni non si andava al tappeto così spesso, ma le ragioni di queste numerosissime cadute quali sono?
Le motivazioni sono molteplici. Innanzitutto le motociclette sono cambiate: oggi hanno velocità di aerei da caccia e tecnologia da transatlantici, pur rimanendo iper leggere come libellule. Moto meno pesanti che si piegano come gomma in curva, ma forse troppo leggiadre per stare in piedi e resistere agli urti.
Ma non solo, parliamo anche di semplici numeri da ricercare in realtà. Banalmente, quest’anno abbiamo avuto a calendario addirittura 20 Gran Premi, il numero più alto di corse di sempre. Più corse, più cadute. Semplice no? Ma non finisce qui.
Oltre al numero di gare è cresciuto anche il numero di piloti in pista. Considerate che fino al 2012 i piloti in griglia erano appena 17, successivamente si è passati a 20 assi in gare e adesso addirittura siamo arrivati a 24 fantini schierati in pista. Più gare e più piloti danno inevitabilmente più incidenti e cadute, è presto detto.
In relazione al numero di piloti in pista e di gare corse la media era anche più alta nel 2017 per la verità, con ben 17,39 scivoloni per Gran Premio e 313 cadute totali. La media nel 2022 è stata di 16,75 cadute per ogni weekend di corse.
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