Se ne va all’improvviso Mario Sconcerti all’età di 74 anni. Grande giornalista e uomo colto, decano del mestiere che tanto ha dato a tutti.
Non sono giorni facili purtroppo per noi amanti del calcio giocato e raccontato. Dopo la scomparsa prematura di Sinisa Mihajlovic, e l’aggravarsi delle condizioni di Gianluca Vialli, ci lascia un altro grande. Se ne va a 74 anni Mario Sconcerti, firma illustre del giornalismo italiano: uomo retto, sincero, schietto, colto e sapiente. Mancherà a tutti, indubbiamente, andiamo dunque a ripercorrere le tappe della sua carriera giornalistica e non.
Mario Sconcerti dopo anni e anni di giornalismo negli ultimi anni si era dedicato largamente ai corsi per giovani. Aveva messo su accademie e corsi nei quali giovani giornalisti si formavano, come il sottoscritto, e pescavano a due mani dal suo sapere. Nel frattempo continuava il suo impegno come editorialista del Corriere della Sera, oltre al fare numerose ospitate tra radio e televisioni in programmi sportivi.
Il maestro del giornalismo italiano di recente era stato ricoverato presso il Policlinico di Tor Vergata a Roma. Sconcerti era stato ricoverato per alcuni accertamenti, poi di colpo le sue condizioni di salute si sono aggravate. Muore a 74 anni il 17 dicembre 2022, lascia la figlia Martina e la moglie Rosalba, seconda dopo esser stato già sposato una volta.
La carriera di Sconcerti è stata lunghissima e ricca di picchi: non a caso era considerato un maestro nonché una delle più grandi firme di sempre. Un giornalista coi fiocchi, anzi di più. Inizia la propria carriera nei primissimi anni ’70 presso la redazione del Corriere dello Sport, prima a Firenze e poi a Milano. Nel ’74 gira l’Italia in macchina col CT Fulvio Bernardini, collezionando scoop e notizie bomba che gli valgono la chiamata nella redazione principale di Roma. Segue il calcio ed il ciclismo per anni e anni, prima di passare a Repubblica nel 1979 dove crea la redazione sportiva. Lì porta volti noti come Gianni Brera e Gianni Mura, portando il giornale a toccare vette altissime. Diviene successivamente vicedirettore di La Gazzetta dello Sport, ottenendo anche lì un successo dietro l’altro. Torna dopo qualche anno, nel 1988, a Repubblica prima di passare al Secolo XIX nel 1992 dove assume la carica di direttore. Dal 1995 al 2000 guida il Corriere dello Sport ed infine diventa editorialista del Corriere della Sera.
Mario Sconcerti non è stato solo una penna pregiata, ha dato molto in mille altri campi. Lavorò nella Fiorentina durante gli ultimi mesi della gestione Cecchi Gori, litigando con il direttore Antognoni e con il tecnico Terim. Dopo pochi mesi rassegnò le dimissioni. Ha lavorato tre anni a Stream TV come opinionista prima di passare a Sky Sport nel 2003 dove ne è diventato una colonna portante. Per anni ha fatto migliaia di trasmissioni con Ilaria D’Amico, Massimo Mauro e tanti altri colleghi, prima di passare nel 2016 in RAI. Nel 2018 passa a Mediaset come opinionista per i Mondiali di Russia e in altre diverse trasmissioni. Ha condotto ed è intervenuto in trasmissioni radiofoniche di Radio Radio, Tele Radio Stereo e RMC Sport Network.
Permettetemi due righe personali: se oggi faccio questo mestiere lo devo a lui, mi ha insegnato tutto ed ho avuto la fortuna di lavorare e studiare con lui per tre anni. Sinceramente grazie per tutto, Mario.
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