La MotoGP esce fuori con un nuovo regolamento riguardante il numero di gare: i piloti sono preoccupati per la loro tenuta fisica e mentale.
La direzione voluta da Dorna Sports e FIM sta piacendo poco agli appassionati di MotoGP: la competizione sta cambiando e i puristi non la riconoscono più. Tra le scelte più controverse prese c’è stata indubbiamente la decisione di bandire la Clinica Mobile, ma non è certo l’unica. Il numero delle gare aumenta vertiginosamente mettendo in pericolo la salute di piloti e addetti ai lavori, esattamente come accaduto in F1.
D’accordo, siamo nell’era della spettacolarizzazione affinché ne benefici lo show, vengano staccati più biglietti e si vendano più abbonamenti. Il business si fa così nello sport: più divertimento, più competizione, tutto di più affinché si sprema il prodotto. Ai puristi questo non piace ma è necessario per attrarre nuove leve.
Evolvere, cambiare affinché il prodotto permetta nuovi introiti sempre maggiori. Ci piace? Dipende dai punti di vista, ma è necessario: crescono i costi, servono pertanto sempre più entrate e investimenti esterni. La MotoGP non è la F1, ci sono meno soldi pur essendo una competizione elitaria: ecco che quindi serviva qualcosa che aiutasse l’intero movimento a guadagnare di più.
Come fare? Semplice, seguire l’onda del progresso e adeguarsi. Non piacerà a tutti ma tanto serve per stare al passo. Dorna Sports e FIM stanno lavorando affinché grossi marchi vengano ad investire nella Motomondiale dando vita a nuovi team o sponsorizzandone di esistenti. Nel mentre l’idea più facilmente applicabile ha preso vita: inserire più gare a calendario, molte più gare.
Nel calendario del 2023 cresceranno le tappe, si passerà da 20 a 21 weekend di gara e non è l’unica novità introdotta: ogni tappa avrà una gara sprint. Sapete cosa significano 21 gare e 21 Sprint a calendario? Stress fisico e mentale.
Mesi fa in F1 è successa la medesima cosa, con la FIA che ha dato vita ad un calendario fatto di 23 weekend di gara e 6 Sprint. A tal proposito si è espresse Valtteri Bottas dicendosi sconvolto per la mole insostenibile di lavoro fisico e mentale alla quale tutti verranno sottoposti.
Lo stesso sta accadendo in MotoGP: 21 gare e 21 Sprint sono decisamente tante, forse troppe e non tutti l’hanno presa bene questa notizia. Innanzitutto i tifosi, molti dei quali si sono detti largamente delusi da questa scelta che in qualche modo sminuisce la sacralità della gara domenicale e l’importanza della qualifica.
Ma a fare la voce grossa contro questa decisione sono stati anche i piloti, furibondi per la decisione presa dalle federazioni che governano la MotoGP. Su tutti Cal Crutchlow, veterano pilota oggi tester di Yamaha nonché loro pilota nel 2022, ha criticato un pochino il sistema dei contratti che ruota intorto a questa decisione.
Secondo Crutchlow sostenere questi sforzi sarà pressoché impossibile ma i piloti non potranno troppo lamentarsene. Secondo il veterano britannico i team semplicemente rimpiazzeranno chi si opporrà al correre anche se questo comporterà uno sforzo disumano. Questo un sunto delle sue parole: “La gara del sabato andrà a duplicare il numero degli impegni… è dura, ma se qualcuno non fosse soddisfatto non avranno difficoltà a trovare dei rimpiazzi“. Parole schiette, dure e sincere quelle ci Crutchlow, purtroppo estremamente attuali e veritiere.
Questo il calendario della MotoGP: si comincia il 24 marzo da Portimao, poi Termas de Rio Hondo, Austin, Jerez, Le Mans, Mugello, Sachsering, Assen, Sokol, Spielberg, Silverstone, Montmelò, Misano, Buddah, Motegi, Mandalika, Phillip Island, Buriram, Sepang, Lusail e si chiude a Valencia il 26 novembre.
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