Pecco Bagnaia ha saputo entrare nel mito assoluto della MotoGP grazie alla vittoria del Mondiale 2022, ma alcuni dati non lo lasciano sereno.
La gioia del popolo italiano per la vittoria di Pecco Bagnaia nella MotoGP del 2022 è stato assolutamente incontenibile, perché il campione piemontese è uno di quelli che ha saputo ridare lustro alla Ducati dopo un digiuno lungo 15 anni.
Tutti quanti hanno avuto modo di poter rendere omaggio a un pilota che aveva dimostrato tutte le sue grandi qualità non solo in pista ma anche umane, con Sergio Mattarella che lo ha accolto a Roma.
Dunque tutto ha avuto un bel lieto fine, con il pilota piemontese che ha potuto vincere il suo primo Mondiale in carriera, ma a ben guardare c’è un dato che sembra sminuire Pecco.
Intendiamoci quando si diventa campioni del mondo si ha sempre ragione, infatti Pecco Bagnaia ha ampiamente dimostrato tutto il suo grande talento, essendo anche aiutato dal fatto di avere a disposizione una Ducati più forte rispetto alla concorrenza.
In molti però si sono lamentati del fatto che ci è voluta mezza stagione per poter far sì che il pilota piemontese riuscisse a gareggiare ad alto livello e a portare la Ducati ai suoi reali livelli che tutti quanti si aspettavano fin da inizio anno.
A metà Mondiale erano addirittura 91 i punti di ritardo con il francese della Yamaha Fabio Quartararo, con il campione del mondo 2021 che era praticamente certo di fare il bis con una motocicletta assolutamente inadatta per il grande traguardo.
La grande rimonta è ovviamente avvenuta anche per questo fattore, perché il francese non è più stato in grado di poter realizzare grandi risultati con la sua motocicletta e una serie di cadute hanno garantito a Bagnaia di portarsi al primo posto a due gare dal termine.
Il punteggio finale di Bagnaia è però davvero molto misero, infatti sono fatti solamente 265 i punti totalizzati da Pecco al termine del Mondiale, un risultato tra i più deludenti della storia.
A fare peggio di lui nella storia sono stati solamente Nicky Hayden nel 2006 e Joan Mir nel 2020, ma per entrambi c’è la scusante di aver disputato molte gare in meno rispetto al pilota della Ducati, 17 lo statunitense e solo 14 lo spagnolo contro le 20 di Pecco.
A ben vedere dunque il risultato di Bagnaia è stato sì di quelli da ricordare e molto importante, ma allo stesso tempo deve essere contestualizzato all’interno di una stagione che gli ha garantito di poter recuperare molti punti anche quando ormai nessuno credeva più nell’impresa.
È verissimo il fatto che ogni stagione ha una vita propria e che debba essere contestualizzata in base alle motociclette e alle vicende che si susseguono durante l’anno, ma i 265 punti di Bagnaia indubbiamente non basteranno mai più in futuro per vincere il Mondiale.
Pensate che addirittura nel 2012 questo punteggio lo avrebbe portato a chiudere al quarto posto in classifica, dunque addirittura fuori dal podio di fine anno.
Infatti in quella stagione il campione del mondo fu Marc Marquez, con lo spagnolo che vinse per la prima volta in carriera il titolo della MotoGP con un totale di 334 punti, mentre al secondo si piazzò Jorge Lorenzo 330 e al terzo Dani Pedrosa con 300.
Le critiche su Bagnaia inoltre non si sono per nulla placcate vedendo anche il rapporto con un altro grande ex pilota italiano della Ducati, ovvero il superdecessore Andrea Dovizioso.
Il pilota di Forlì non è mai stato in grado di poter portare Nuvola Rossa in cima al mondo, con il 2019 che lo ha visto lottare praticamente contro i mulini a vento, considerando infatti come Marc Marquez disputasse a tutti gli effetti uno sport a sé stante.
Eppure nonostante lo spagnolo fosse riuscito a cannibalizzare il Mondiale, totalizzando addirittura 420 punti, Dovizioso si dimostrò estremamente continuo per tutta la stagione, con una serie di piazzamenti che gli hanno permesso di chiudere con 269 punti, quattro in più di Bagnaia con una gara in meno.
Insomma è stato giustissimo festeggiare un titolo che mancava da 15 anni e Pecco ha così avuto modo di poter entrare a tutti gli effetti nella leggenda della MotoGP, ma per potere replicare il titolo iridato di questa stagione in futuro servirà sicuramente molto altro.
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