Max Allegri non si rilassa e resta sull’attenti. La Juventus è in via di guarigione ma non è ristabilita: la manovra bianconera non è fluida.
Quando tutto sembrava perduto per Max Allegri è riuscito a risollevare la Juventus. La compagine bianconera torna a macinare punti su punti ma il tecnico livornese resta sull’attenti: i guai soni dietro l’angolo, vietato rilassarsi. Serve continuare a lavorare intensamente per risolvere una serie di problemi che affliggono da diversi anni la Vecchia Signora. Andiamo a scoprire cosa inficia sulla manovra bianconera che le impedisce di essere brillante con continuità.
Il campionato 2022/2023 della Juventus è iniziato tra mille difficoltà: solo 3 vittorie a fronte di 4 pareggi e 2 sconfitte nelle prime 9 partite stagionali. Non è andata meglio in coppa: 5 sconfitte ed 1 vittoria nei 6 match di Champions League con conseguente discesa in Europa League.
È finita qui? No, non c’è pace per la Juventus in questo periodo. L’indagine sui presunti brogli tra plusvalenze, stipendi e bilancio è appena iniziata e non sembra essere una meteora che dimenticheremo in fretta. Ma a noi per ora interessa il campo, capire dove Allegri può intervenire e non dove non gli compete.
Con un colpo di reni anche piuttosto inatteso la Juventus, dopo aver fallito in coppa e nelle prime giornate di campionato, ha saputo clamorosamente ridestarsi. Dal torpore dei risultati ultra negativi sono arrivate ben 6 vittorie consecutive in campionato ed anche di pregevole fattura. I bianconeri hanno schiantato Lazio, Inter ed Empoli alla grande, faticando ma vincendo anche con Lecce, Verona e Torino.
Ma allora perché preoccuparsi? Perché non è tutto oro quel che luccica, Mr Allegri ben presto dovrà prendere decisioni importanti per evitare di ricadere nel baratro. La Juventus non è guarita, è convalescente e la sua manovra di gioco porta ancora numerosi sintomi piuttosto evidenti con sé.
Allegri, qual è il problema? La manovra della Juventus non convince
Una vittoria nel calcio può arrivare in mille modi: giocando propositivi e all’attacco, proteggendosi e sfruttando le ripartenze, vincendo le transizioni e andando verticalmente in porta, palleggiando fino allo sfinimento così da innervosire e stancare gli avversari. Puoi giocare male, demeritare e vincere così come puoi surclassare l’avversario e perdere: fa parte del gioco.
Non c’è un modo giusto di giocare a calcio, ci sono sicuramente modi di giocare che ti danno più chance di altri di vincere. Ecco, in questo Max Allegri non è proprio moderno, mettiamola così. Appartiene ancora a quella classe di tecnici legati all’estremo tatticismo difensivo che sfocia in palloni lunghi e contrattacchi.
Tutto legittimo, ci mancherebbe, ma forse poco adatto ai tempi che viviamo. La manovra bianconera al momento funziona pur essendo estremamente operaia: si corre molto, si ripiega tanto, si chiude la porta e ci si barrica dietro le proprie linee. Finché la Juventus sarà operaia andrà anche bene giocare così, il problema nasce con i rientri.
Una volta che torneranno a pieno ritmo Paul Pogba, Leandro Paredes, Dusan Vlahovic, Federico Chiesa e Angel Di Maria la musica dovrà cambiare. Pena il ritrovarsi nuovamente in difficoltà, questi calciatori necessitano di un gioco fatto di palleggio, di stare nella metà campo avversaria, di puntare l’uomo e dribblarlo, di avere loro il controllo del gioco.
Mettere Pogba e Paredes in mezzo al campo a duellare nel fare le barricate, o costringere Di Maria e Vlahovic a percorrere 70 metri di campo per fare gol è un suicidio tattico. È tutto nelle mani del tecnico livornese: cambiare per non ricadere nei propri errori, sapersi adattare ai tempi e ammodernarsi se necessario.
Se Mr Allegri saprà estraniarsi da quando succede intorno al mondo Juventus e concentrarsi sul piano di gioco, rinnovandolo, allora il gioco sarà fatto. Diversamente, c’è il concreto rischio che la Vecchia Signora ricada negli stessi sbagli fatti in passato: gioco passivo, poche occasioni da gol, manovra ingolfata e difesa consegnata alle giocate avversarie.