Sono stati diversi i casi che hanno vissuto morire grandi campioni, ma quando cade un aereo è davvero un momento drammatico e inatteso.
La Formula 1 è sempre stato uno degli sport che ha dovuto piangere maggiormente le morti dei suoi grandissimi campioni, con la pista che è sempre stata amata e odiata da tutti quanti, ma purtroppo qualcuno ha perso la vita anche in altre circostanze.
Stiamo parlando in questo caso della tragica storia di Graham Hill, uno dei più grandi campioni che sia mai stato in grado di poter correre in una pista di Formula 1, con l’inglese che sicuramente aveva una classe sensazionale.
Gli appassionati del mondo della Formula 1 conosceranno sicuramente la storia del baffo più famoso di Gran Bretagna, quel Graham Hill che incantava gli appassionati in pista e le donne al di fuori.
L’inglese infatti era stato in grado di vincere negli anni sessanta per ben due volte il titolo Mondiale, prima del 1962 con la BRM e poi nel 1968 con la Lotus.
Negli anni settanta ormai la sua carriera era giunta al termine, con il britannico che decideva di correre solamente per delle piccole Scuderie senza grosse pretese, anche se aveva un grande sogno nel cassetto.
Infatti verso la fine della sua carriera aveva fondato la Graham Hill Team, ovvero la sua Scuderia, un qualcosa assolutamente di molto comune all’epoca, dato che tanti piloti lo avevano già fatto nella propria carriera, mettendosi in mostra non solo in pista ma anche come dirigenti.
Nel 1975 ormai non c’erano più grandi ambizioni per Hill da un punto di vista del successo, né come pilota né come capo di una Scuderia, ma comunque i soldi guadagnati in carriera erano sicuramente molti per permettergli una vita estremamente agitata.
In occasione di un Gran Premio in Francia decise di arrivare in territorio transalpino a bordo del suo aereo privato, dunque anche con questo sarebbe poi tornato a casa in Gran Bretagna, con l’idea di poter fermarsi direttamente sul suo campo da golf.
Hill cade con il suo aereo: la morte inattesa
Il nome dell’aereo che stava guidando si chiamava Piper Aztec, con Graham che stava viaggiando verso la parte Nord di Londra per potersi fermare appunto sul suo terreno da golf privato, ma purtroppo le condizioni meteo erano davvero proibitive.
Nonostante questo il pilota si era messo in testa che quel giorno voleva a tutti i costi giocare a golf e dunque provò un atterraggio davvero molto rischioso e azzardato, nonostante il consiglio degli altri componenti della Scuderia Hill.
Le indagini infatti dimostrarono come fu proprio una chiara e netta decisione di Graham quella di potersi fermare in quella pista d’atterraggio e non virando verso un aeroporto più sicuro, con la triste fine che fu la logica di conseguenza.
Assieme a lui morirono anche altre cinque persone che rappresentavano proprio la sua Scuderia, tra i quali il giovane pilota Tony Brise, un ragazzo di soli 23 anni che era consegnato davvero molto promettente nel mondo della Formula 1, ma che per una leggerezza di un grande campione del mondo purtroppo perse tragicamente la vita a Londra su quell’aereo maledetto.