Le nuove regole in arrivo in Formula Uno rischiano di far fuori numerosi grandi piloti: nella classe regina delle corse può cambiare tutto!
La F1 mira ad un futuro sempre più sostenibile, sia per quanto concerne la questione climatica che per la propria sanità e floridità delle casse. La Federazione tra le nuove regole proposte ha ordinato che il tetto massimo di spesa, meglio noto come Budget Cap, venga ulteriormente abbassato. Questo abbassamento porta a due strade: meno sviluppi per le monoposto, meno soldi per i piloti.
Il seguito della F1 di recente è cresciuto esponenzialmente: la gente è tornata sugli spalti degli autodromi, le pay tv registrano share enormi quando c’è la gara, l’interesse intorno alle corse ha visto tantissimi nuovi appassionati arrivare a seguirla e pertanto non ci si può permettere gare noiose.
Quando cresce l’interesse inevitabilmente crescono anche spese ed introiti. Il problema della F1 è che seppur gli introiti sono elevati va detto che le spese sono folli e per ovviare alla questione è stato introdotto il Budget Cap. Una bella trovata senza ombra di dubbio, anche se c’è chi come Red Bull e Horner non l’hanno rispettato e comunque non hanno pagato.
Il Budget Cap altro non è che un tetto di spesa massima imposto dalla FIA alle scuderie che prevede un limite stanziato a 140 milioni per il 2022. Partito da 175 milioni e abbassatosi a 145 milioni un anno fa, quest’anno è ulteriormente calato e nei prossimi anni crollerà ancora.
C’è bisogno di ridurre le spese affinché si abbia maggiore sostenibilità, come sappiamo il Covid ha fatto disastri su disastri e la F1 non può più permettersi spese folli. Meno spesa però significa meno sviluppi per le monoposto e meno soldi per i piloti, perché di questo poi si finisce a parlare.
Serve ulteriormente abbassare il Budget Cap, ancora e ancora, progressivamente questo è certo ma è necessario altrimenti si rischia il default. La F1 ha un piano, il calo progressivo è sensato e poco incidente per i team che pertanto hanno tempo e modo di organizzarsi.
Le nuove regole batteranno sempre su questo punto: serve raggiungere la sostenibilità, non c’è altra via se si vuole avere una F1 spettacolare e sana. Dimezzare le spese porterà inevitabilmente i team a rivedere gli ingaggi concessi ai propri piloti e qui si crea il problema: quelli che guadagnano tanto che fine fanno?
Difficile dirlo oggi, innanzitutto bisognerà capire di quanto verrà ulteriormente abbassato il tetto di spesa. Mettiamola così, difficilmente piloti come Lewis Hamilton potranno mantenere intatto il loro stipendio con le nuove regole. Hamilton guadagna 40 milioni l’anno che tradotto col nuovo regolamento significa che Lewis potrà essere un problema per la F1 che verrà.
Gente come Lewis Hamilton o Max Verstappen, ma anche Fernando Alonso, che fine faranno? Di certo talenti del genere non possono esser tagliati, ci mancherebbe altro, ma questi piloti dovranno necessariamente rinnovare a ribasso i propri contratti.
Per Lewis Hamilton il problema è più vivo che mai: il pilota nel 2023 vedrà scadere il suo contratto con Mercedes, dunque che fare? A trentasette anni se si vuol continuare a correre in questa F1 inevitabilmente si devono abbassare le pretese.
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