Cal Crutchlow, asso del team satellite Yamaha, si è espresso duramente circa la decisione presa dai vertici di MotoGP a Buriram, Thailandia.
Sempre più piloti cominciano ad invertire la rotta e a schierarsi contro le Federazioni che governano gli sport di motori: l’ultimo della lista è stato Cal Crutchlow che se l’è presa apertamente contro i vertici di FIM, Dorna Sports e MotoGP, rei a sua detta di aver messo in pericolo i centauri in pista facendoli correre anche in condizioni decisamente estreme durante l’ultimo Gran Premio disputatosi in Thailandia.
Siamo nell’era della spettacolarizzazione per gli sport di motori e questo ormai abbiamo imparato a digerirlo, seppur non ci piace molto, ma deve esserci un certo confine oltre il quale non si deve andare: ok correre di più, ma correre sempre ad ogni costo è sbagliato e può essere pericoloso.
Anche negli sport con la palla si è entrati nell’era del business più sfrenato, calpestando la passione e la tradizione, ma lì non si rischia la vita come in MotoGP o in Formula Uno, e proprio un episodio avvenuto nel GP di Buriram, in Thailandia, ha fatto alza la voce ad un pilota di Yamaha.
Cal Crutchlow del team satellite Yamaha ha tuonato contro la decisione presa da FIM, Dorna Sports e MotoGP di far correre i piloti in Thailandia nonostante le condizioni climatiche avverse: era scesa acqua in continuazione ed in modo piuttosto copioso, ancora piovigginava e la pista era un pantano d’acqua con mille enormi pozzanghere.
Indubbiamente pericoloso e troppo rischioso, cosa che alcuni piloti hanno fatto notare alle federazioni che gestiscono la MotoGP che di tutta risposta hanno fatto orecchie da mercante, ma a fine gara Crutchlow si è fatto sentire con i presenti criticando fortemente questa scelta: “Per me era decisamente oltre il limite per gareggiare ma chi sono io per dirlo, non mi ascolteranno, ma non ero contento prima della gara perché era troppo pericoloso“.
Game, set, match… ha ragione da vendere Crutchlow, va bene che lo show deve andare avanti per i molti interessi legati ad esso, ma così si è rischiata veramente la vita dei piloti e questo non può essere tollerabile.
Quella che abbiamo visto in Thailandia non si può certo definire gara: alla partenza si è alzato un muro d’acqua di schizzi che ha impedito a chi non era nelle prime file di aprire il gas e per stessa ammissione di Crutchlow sappiamo che è andata così: “io, Vinales e Di Giannantonio abbiamo chiuso il gas sul rettilineo a causa degli spruzzi, c’era il rischio di essere tamponati a causa della scarsa visibilità“.
Chi non è caduto o non è andato lungo è perché ha guidato piano per evitare di farsi male, i piloti più giovani ed inesperti non hanno spinto terrorizzati dalla situazione perdendo numerose posizioni in griglia, i sorpassi avvincenti sono stati pochi e quasi tutti fatti dal solo Marquez famoso per essere imbattibile sull’acqua.
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