Mattia Binotto si allinea agli altri Team Principal e critica le regole imposte da FIA circa il numero di propulsori in dotazione per l’anno.
Ennesima guerra delle scuderie di Formula Uno alla Federazione che organizza il circus delle corse: il tema scottante stavolta è il numero di Power Unit alle quali si può accedere prima di incorrere in sanzioni e penalità, e alla lunga lista di piloti e Team Principal che hanno criticato la FIA per le imposizioni troppo restringenti si aggiunge anche Mattia Binotto di Ferrari.
Qualsiasi storia comprenda nella stessa frase la Formula Uno e la FIA state pur certi che si concluderà con una guerra, una lite, una polemica o un largo dissenso tra le parti quantomeno, questo perché la Federazione che organizza il circus delle corse è a detta degli stessi protagonisti disorganizzata, impreparata e fin troppo chiusa in sé stessa, perciò poco disponibile al dialogo.
Mattia Binotto di recente si è aggiunto alla lunga lista di piloti, Team Principal, analisti, tifosi e telecronisti che si sono detti super contrari all’imposizione voluta da FIA circa il numero di Power Unit alle quali le scuderie possono fare affidamento prima di incorrere in sanzioni e penalità al cambiamento di una quarta e da lì in poi.
Binotto è stato chiaro: “Tre Power Unit per ogni pilota forse sono troppo poche, le penalità a Monza sono state troppe. È qualcosa che va riconsiderato“, preciso e chiaro, diretto e senza giri di parole, ha ragione il Team Principal Ferrari a sposare la linea di Christian Horner di Red Bull, mentre Toto Wolff e Andreas Seidl rispettivamente di Mercedes e McLaren sembrano gli unici a stare con la Federazione.
Troppe poche Power Unit comportano tante penalità, infatti è ormai consuetudine che gli ultimi sei o sette Gran Premi a calendario vedano puntualmente la griglia stravolta dopo la Q3 proprio in virtù delle tante sanzioni da scontare poi al posizionamento in pista per lo start della gara.
Ferrari e FIA difficilmente si riparleranno ancora e il tutto nasce dall’inserimento della Direttiva Tecnica 39, meglio nota come TD39.
La direttiva metteva al bando tutte quelle soluzioni non convenzionali trovate da Ferrari e Red Bull per ovviare al problema annoso del porpoising, e per riuscirci avevano pensato ad un fondo flessibile ed ultra piatto per le loro monoposto che dava i risultati sperati.
A lamentarsi del fatto fu Toto Wolff per primo, unico Team Principal non in grado di contrastare il porpoising, perciò ha portato Mercedes a discutere con FIA affinché mettessero al bando le soluzioni delle altre scuderie per ripareggiare la situazione.
Chiaramente sia Binotto di Ferrari che Horner di Red Bull non ci sono stati e si sono immediatamente schierati contro FIA, rea a detta loro di aver ceduto a Wolff aiutando la Mercedes a tornare competitiva.
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