Il Superenalotto è ormai un gioco diffusissimo con un montepremi da record, ma questo non lo rende esente da truffe.
Il Superenalotto è diventato un fenomeno di massa, e in Italia ancor più. Il jackpot è arrivato alla cifra record di 270 milioni, che ancora cerca un fortunato vincitore. Tanti “5” negli ultimi tempi, ma mai la sestina vincente: eppure, continua ad aleggiare il rischio di truffa.
Perché questa convinzione? La risposta è nel Superenalotto stesso. Il gioco, tra i più diffusi nel Belpaese e nel mondo, è ovviamente da considerare d’azzardo. Le probabilità di vittoria, bassissime, portano maniacalmente i giocatori a spendere soldi per acquistare la propria schedina nella speranza sia vincente.
Dati statistici, riferiti al Superenalotto in ogni sua sfaccettatura: le probabilità di vittoria, l’affluenza di gioco e la sua frequenza su scala nazionale, il denaro guadagnato dallo Stato e quello rimesso in gioco nel jackpot. Ecco qual è la truffa più grande delle schedine.
Superenalotto, quanto conviene giocare?
La risposta la possiamo dare fin da subito: poco, se non nulla. Giocare ad un gioco d’azzardo come il Superenalotto, in alcuni casi incappato anche nella ludopatia, un vero e proprio malessere, non può far altro che essere deleterio per l’uomo.
Spendere del denaro, che lo Stato poi solo in parte mette in gioco ampliando pian piano il montepremi, con possibilità di vittoria vicinissime allo zero. Giudicate voi, solo da questi freddi ma lampanti dati: vincere al Superenalotto è un qualcosa, infatti, che statisticamente accade una volta su oltre 600 milioni di tentativi.
Inoltre, dell’importo che ogni giocatore spende, lo Stato intasca il 40%, rimettendone in gioco, dunque, il 60%. Il jackpot attuale da 270 milioni sarebbe dunque molto più alto, oltre i 400 milioni, se venisse messo in palio interamente il denaro utilizzato per ogni schedina. Una truffa che, nonostante per molti sia difficile da comprendere, è interna al gioco stesso.
