Una serie di curiosità che certo non conoscevate su Troy Bayliss, ex asso di Ducati: sapevate che si fece amputare un dito pur di gareggiare?
L’ex asso di Ducati nonché indimenticabile bandiera della casa di Borgo Panigale, l’australiano leggendario Troy Bayliss, è sempre stato un personaggio curioso pieno zeppo di stranezze da raccontare: una su tutte, sapevate che pur di gareggiare tra Gara 1 e Gara 2 in Superbike scelse di farsi amputare un dito? Per questo motivo non ha più il mignolo!
Genio e sregolatezza, Troy Bayliss è sempre stato un asso delle due ruote tanto ricco di talento e simpatia quanto folle da raccontare a chi non lo conosce non credendolo vero! Troy Bayliss è con tutta probabilità tra i tre più grandi piloti della storia Ducati, è una bandiera inarrivabile e tutti lo amano, ma dietro il pilota si cela un uomo curioso e sufficientemente pazzo che vale la pena raccontarvi.
Sapevate che a Troy Bayliss manca il mignolo di una mano? Durante il Gran Premio inglese corso a Donington Park nel 2007 il fenomeno australiano cadde rovinosamente in Gara 1 (in Superbike si corrono più gare nel weekend, non come in Formula Uno o Moto GP) e rientrato nel paddock si accorse, sfilandosi un guanto che regalò ad un tifoso, di avere il mignolo della mano malmesso.
Corse immediatamente in infermeria e chiese al dottor Corbascio di amputarlo, tagliandolo di netto, questo perché Bayliss si stava giocando il suo terzo Mondiale SBK e non aveva certo intenzione di far rivincere James Toseland anche in Gara 2 lasciandogli chissà quanti altri punti di vantaggio. Forzò la mano e convinse il medico ad amputargli il dito.
Di lì a poco Bayliss svenne e non corse la Gara 2 ma commentò alle telecamere, mostrando il dito mozzato, con un irriverente “non è ricresciuto!“. L’amputazione del dito fu necessaria perché dopo la caduta la mano di Bayliss rimase sotto la moto schiacciandosi e fratturandone il mignolo, alla rimozione del guanto la mano si presentò malconcia e tutta insanguinata.
Troy Bayliss è sempre stato imbattile: lo si poteva scalfire, ferire, danneggiare, ma non è mai caduto del tutto e si è sempre rialzato alla stragrande. Ecco alcune curiosità sul più resiliente tra i piloti di motociclette.
Troy Bayliss indomito: inno alla resilienza e alla perseveranza
Bayliss iniziò a guidare le prime moto all’età di quattro anni, iniziò a gareggiare a livello professionistico perché in strada andava troppo veloce e rischiava di fare incidenti e finire in ospedale o in galera, si è sposato con Kim nel ì94 all’età di ventiquattro anni, ha tre figli di cui uno è pilota nel Mondiale Supersport (Oli, 18 anni), fu rapidamente bollato come inadatto e troppo vecchio per la Moto GP ma in Superbike mostrò la sua pasta vincendo ben tre titoli Mondiali con Ducati.
Troy Bayliss si è reso famoso anche per esser sempre stato un po’ folle, in numerose circostanze ha subito gravi infortuni dai quali recuperava rapidamente e mai al cento percento pur di tornare a correre in fretta: nel 2001 si ruppe la spalla a Imola, nel 2003 a Phillip Island riportò una commozione cerebrale e fu portavo via in elisoccorso, nel 2005 si ruppe il polso in allenamento, nel 2007 a Donington Park riportò un forte dolore ai testicoli nella stessa caduta che lo portò a farsi amputare un mignolo, nel 2008 sempre a Phillip Island si fratturò la clavicola, nel 2015 compì un capolavoro infortunandosi due volte in tre mesi (caviglia, clavicola, pollice sinistro e vertebre) ed infine nel 2019 si ruppe due dita della mano sinistra sempre a Phillip Island.