Il circuito italiano sotto i riflettori per una tragedia che ha avuto luogo in pista: MotoGp e appassionati piangono la scomparsa.
Capita di rado, ormai, grazie alle nuove tecnologie e alle misure di sicurezza che si rinnovano e si ampliano ogni anno. Però, purtroppo, ancora succede. La MotoGp è in lutto per una tragedia già vista e ha come sfondo il Mugello.
Un grave incidente, i soccorsi e, poi, l’inevitabile: una morte dolorosa che ha scosso tutto l’ambiente, della MotoGp come dei motori in generale e dello sport. Una presa di coscienza che porta a pensare che il rischio ci sia sempre, certo, ma che a questo, alla tragica scomparsa, non verrà mai fatta l’abitudine.
MotoGp, incidente mortale per un pilota 35enne
Davide Longhi, pilota trentacinquenne, è venuto a mancare lo scorso giugno in seguito ad un terribile incidente al Mugello durante le prove libere di Coppa Italia, che avrebbe avuto luogo proprio il weekend successivo.
Con lui, un altro pilota 39enne, in pista per le libere: la dinamica, poco chiara anche a due mesi di distanza, sarebbe stata ricostruita come un tamponamento di uno dei due all’altro, mentre chi precedeva rientrava ai box. Longhi è stato trasportato a Careggi grazie all’elisoccorso, ma lì è successivamente venuto a mancare. L’altro pilota coinvolto è stato trasferito in ambulanza prima all’ospedale, senza però aver mai rischiato la vita.
L’impatto, la caduta e le condizioni, poi, sono parse fin da subito abbastanza importanti. La corsa in ospedale per uno, il volo in elicottero per l’altro. Longhi purtroppo non ce l’ha fatta in un tragico pomeriggio di libere che ha segnato l’ennesima perdita del mondo dei motori.
Una perdita grave che ha scosso il mondo dei motori ma anche quello della MotoGp, da subito vicina alla famiglia e al defunto. Incidenti mortali, che come detto in apertura, seppur siano sempre più limitati, non sono mai da escludere e sono sempre difficili da accettare, specie dopo una dolorosissima scomparsa come nel caso di Longhi.
