Un team vorrebbe entrare come undicesima scuderia e la FIA sarebbe d’accordo, ma non le squadre già presenti che sono fortemente contrarie.
Non è semplice entrare in Formula Uno, ne sa qualcosa Michael Andretti, figlio dello storico pilota Mario e proprietario della Andretti Autosport, enorme azienda che opera nel settore delle corse automobilistiche da diversi anni e in diverse competizioni. Andretti starebbe tentando lo sbarco in Formula Uno da diversi anni ma i team non vorrebbero un’undicesima scuderia in griglia, cosa che invece starebbe bene alla FIA.
Dieci scuderie bastano e avanzano? Difficile a dirsi, c’è sempre da tener conto nello sport del bilanciamento fra spettacolo e introiti, perché è vero che una undicesima scuderia magari genererebbe più caos in pista ma è altresì vero che porterebbe nuovi soldi freschi, altri sponsor e aumenterebbe il numero degli appassionati nel mondo.
E allora cosa c’è che non va? Davanti al business nessuno realisticamente crederebbe alla frottola dello spettacolo o della credibilità della gara alterata dal caos di una undicesima squadra in griglia, bensì l’ingresso di un nuovo team ridividerebbe ulteriormente i ricavi dei diritti televisivi per una undicesima frazione in più che farebbe guadagnare a tutti di meno.
In molti si sono schierati contro l’ingresso della Andretti Autosport in Formula Uno, tra cui Frederic Vasseur (TP Alfa Romeo), Christian Horner (TP Red Bull) e Toto Wolff (TP Mercedes), ognuno con un’idea diversa sul perché sarebbe poco utile il loro avvento nella classe regina delle corse automobilistiche.
Frederic Vasseur ha spiegato che un ingresso della Andretti in Formula Uno non sarebbe sufficientemente attraente da generare ricavi utili a coprire l’undicesimo frazionamento dei diritti e pertanto ci si andrebbe a perdere.
Christian Horner ha rivangato i concetti espressi da Vasseur fondamentalmente, dichiarando così: “Se vengono forniti materiali al nuovo team, il budget per le dieci squadre esistenti sarà diluito. È difficile spiegare alle squadre più piccole di dover rinunciare a quindici milioni per l’ingresso di un nuovo team“.
Il terzo a negare l’ingresso alla Andretti Autosport è stato di recente Toto Wolff che ha sottolineato come una scuderia da marchio famigliare non aiuterebbe l’universo Formula Uno a crescere, bensì lo farebbero marchi enormi come Porsche e Audi e su quelli bisognerebbe puntare qualora si volesse un undicesimo team in griglia.
L’ex campione del mondo Mario Andretti si è detto innervosito e deluso dall’osteggiamento riscontrato da parte dei Team Principal della Formula Uno, che a sua detta gli hanno mancato di rispetto non considerando la Andretti Autosport come un’azienda fiorente, ricca e credibile tanto da poter partecipare alla Formula Uno.
Mario Andretti ha difeso a spada tratta l’azienda del figlio sottolineando come abbiano già programmi studiati per portare in griglia dal 2024 una scuderia e due monoposto vincenti e serie, con progetti a lungo termine: “Vorrei che capissero che facciamo sul serio. Stiamo prendendo un impegno a lungo termine con gli investimenti che abbiamo in programma“.
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