La notizia shock che ha fatto il giro del mondo in pochi minuti: dai campi europei al letto d’ospedale.
Nel mondo del calcio, troppo spesso ci si ritrova a raccontare di un dramma che sfocia in tragedia. Raramente, sono addirittura le telecamere dedite a riprendere una partita che si ritrovano a filmare scene agghiaccianti: dal malore di Eriksen agli scorsi Europei, fortunatamente ripresosi, allo più sfortunato Morisini dieci anni fa.
Tante situazioni, però, hanno luogo lontano dalle telecamere: incidenti domestici, stradali, o in allenamento. Non tutte le storie del genere, però, terminano nel peggiore dei modi. Alle volte l’accenno del pericolo mette in guardia il protagonista, e allora tutto può concludersi più o meno bene. Il calcio lo sa questo, visto il ritiro anticipato di una delle sue stelle più luminose, avvenuto nemmeno un anno fa.
Lo scorso 31 ottobre, in Liga si giocava la partita tra Barcellona e Alavés. Al Camp Nou, i tanti tifosi attendevano di veder scendere in campo con la maglia blaugrana Sergio Aguero. L’attaccante argentino, che in Spagna aveva già giocato da ventenne per l’Atlético Madrid, era poi volato in Inghilterra per 10 anni, dando il via all’era di trionfi del Manchester City.
Concluso il contratto con i Citizens, il Kun aveva deciso di approdare in Catalogna nella speranza di giocare con l’amico fraterno Lionel Messi, poi trasferitosi al Paris Saint-Germain in un cambio di casacca che ha scritto la storia del calcio. Ad ogni modo, fino all’autunno alcuni problemi lo avevano tenuto lontano dal campo e quindi, al rientro, l’allora tecnico blaugrana Ronald Koeman ne centellinava l’utilizzo in partita per fargli riprendere a pieno la condizione.
In uno dei suoi ingressi sul finale di partita, però, qualcosa non va. Aguero, dopo qualche minuto di spaesamento visibile ad occhio nudo anche da pubblico e telespettatori, chiede il cambio. Lo staff medico consiglia al calciatore degli esami più specifici e viene fuori l’impensabile: il centravanti argentino ha un’aritmia cardiaca.
Nulla di incurabile, chiaramente, ma la sua condizione, anche sotto consiglio dei medici, è delicata: è bene che eviti di tornare in campo. Ecco, allora, che arriva il ritiro improvviso dal calcio giocato di Aguero, che in un’intervista a Radio10 ha spiegato per bene quei momenti e la sua scelta.
“Giorni prima, in allenamento, avevo avuto una breve aritmia, ma dai controlli sembrava tutto a posto. All’inizio del match contro l’Alavés ho sentito molto caldo in tutto il corpo. Credevo dipendesse dalla lunga assenza dai campi di gioco. Poi mi sono sentito pervaso da un senso di debolezza. A quel punto ho immediatamente afferrato la mano del difensore. Gli ho detto di ascoltarmi, che avevo le vertigini. Gli ho chiesto di fermare il gioco e lui ha iniziato a urlare all’arbitro di sospendere la partita”.
Un racconto da brividi quello di Aguero, che ha poi continuato: “Sono stato in ospedale, ho anche subito un piccolo intervento. Il dottore mi ha avvisato della possibilità di smettere di giocare. Sono rimasto sereno, era una questione di salute. I primi giorni sono stati piuttosto duri e ho cercato anche di non guardare le partite e ancora oggi preferisco seguire poco il calcio. Sto iniziando un percorso che mi porterà lontano dai campi di gioco. Mi distraggo con delle attività che mi divertono”.
La speranza dei tifosi è di rivederlo per il prossimo Mondiale in Qatar, dove Aguero ha promesso di presenziare comunque come membro dello staff della sua Argentina.
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