Un interrogativo e dei numeri terrificanti stanno facendo calare alcune ombre sulla MotoGP: le nuove moto sono pericolose? La risposta c’è.
Alcuni numeri tremendi stanno spaventando e non poco gli appassionati della MotoGP, i piloti stessi ed anche i vertici della Dorna Sports che stanno iniziando a preoccuparsi circa la sicurezza delle motociclette in pista: le troppe cadute ed i troppi infortuni sono un problema, siamo sicuri che le nuove moto sono sicure e non pericolose? Al quesito si è trovata una risposta che però non ha convinto tutti ed in molti hanno iniziato a gettare ombre sulle intenzioni della MotoGP circa la sicurezza dei piloti: è un problema in primo piano per i vertici della Dorna o lo spettacolo ha sempre la precedenza? Non scherziamo.
Quello della sicurezza dovrebbe sempre essere un problema da matita rossa in qualsiasi campo ci troviamo: le morti bianche in Italia sono un problema enorme, muore troppa gente sul lavoro per via di condizioni pietose date spesso dai soldi stanziati ed immediatamente mangiati da chi è a capo, facendo così lavorare milioni di persone non in sicurezza. Non sono accettabili le morti sul lavoro così come non lo sono le morti nei giochi o nello sport.
Laddove i soldi ci sono sicuramente e la tecnologia è arrivata a livelli altissimi non si può chiedere nulla di meno che la sicurezza totale, soprattutto se gira una marea di denaro e si va a mille chilometri orari su moto o macchine che tagliano il vento come proiettili: stiamo parlando di Formula Uno e MotoGP, due sport tanti belli da vedere quanto pericolosi ed oggi più che mai c’è bisogno che vengano resi meno dannosi e rischiosi possibile visto che con la potenza che aumenta dei mezzi crescono anche i pericoli.
Va detto che in Formula Uno i problemi sono stati quasi risolti del tutto: i nuovi tiranti hanno sconfitto il porpoising, cioè il ballonzolare delle vetture a velocità elevatissime, e la tecnologia Halo mette in sicurezza il pilota in un abitacolo ben protetto. In Formula Uno non si vedono mortali da anni per fortuna, gli incidenti pericolosi sono calati drasticamente ed anche chi se l’è vista brutta prendendo fuoco (Sainz e Grosjean), vedendosi sovrastato da una monoposto avversaria (Verstappen che sale su Hamilton) o ribaltandosi e uscendo addirittura dal circuito (Zhou Guanyu) poi ne è uscito illeso grazie appunto ai progressi fatti sia sulle vetture che sui circuiti.
In MotoGP la musica è diversa e i dati sono sconcertanti: alcune analisi approfondite hanno rivelato che nel Motomondiale dopo undici tappe si sono già fatte registrare ben cento ottantasei cadute.. capite bene che è un numero enorme, esagerato e su cui riflettere seriamente e attentamente, anche perché se poi ci aggiungiamo i numeri della Moto2 e della Moto3 si arriva a superare quota cinquecento cadute, ciò significa che a fine anno la proiezione è di ben oltre le mille e cento cadute.
In diciotto tappe un anno fa furono duecento settantotto le cadute totali e si parlava di record da panico, questa volta siamo a poco più che metà stagione ed i numeri sono drammatici oltremodo e ben peggiori di un anno fa. Fortunatamente l’elevata elettronica e i progressi fatti circa la sicurezza hanno aiutato ad avere meno incidenti gravi e meno mortali, ma i numeri delle cadute sono in crescita e la cosa non va affatto bene.
La dea bendata fin qui ci ha aiutati, ora bisognerà fare del nostro meglio per spegnere questo incendio e riportare il Motomondiale ad avere meno cadute possibili cominciando a dimezzare questi tremendi numeri.
Cadute in MotoGP: numeri in crescita, ma perché?
I numeri drammaticamente in crescita circa le cadute stanno buttando nello sconforto i vertici della MotoGP e quelli della Dorna Sports (che ne risponderanno in prima persona qualora dovesse mai più accadere qualcosa di terribile in pista), gli ingegneri all’opera sulle motociclette e gli appassionati che ora si dicono preoccupati più che mai, così come gli stessi piloti non si sentono molto al sicuro.
Probabilmente una risposta c’è al perché si cade troppo spesso: le motociclette hanno al loro interno la tecnologia di un Boeing e la velocità di un caccia bombardiere, si piegano come ali di una farfalla grazie ai telai fatti di materiali leggeri ed iper raffinati in curva ma pesano sempre meno risultando forse troppo leggere e piccole per tutto questo carico di informazioni e tecnologia.
Più cadute ma meno pericolose, visti i progressi fatti circa la sicurezza, è un compromesso accettabile? Ai posteri l’ardua sentenza, ma sicuramente anche dover rimettere mano a motociclette devastato o peggio ricostruirle da capo non aiuta le scuderie del Motomondiale a crescere visto che bisogna in continuazione investire una valanga di soldi per mettercisi nuovamente all’opera, soldi che andrebbero spesi per lo sviluppo delle moto e delle loro migliorie.