L’amato telecronista e giornalista RAI si è spento dopo una lunga battaglia con una malattia che l’ha debilitato progressivamente negli anni.
Se ne è andato il più amato e noto tra i telecronisti e giornalisti RAI, dopo aver a lungo combattuto contro una malattia che da diverso tempo lo debilitava e limitava. Il mondo dello sport, più precisamente quello del calcio ma non solo, piange Gian Piero Galeazzi, giornalista e telecronista simbolo di mamma RAI nonché volto storico della Serie A, delle Olimpiadi ed in particolar modo del canottaggio. Un’ispirazione, un idolo per tutti quelli che seguono le sue orme scegliendo la strada del giornalismo.
Gian Piero Galeazzi, numero uno del giornalismo e grande telecronista, se ne è andato il 12 novembre 2021 tra il dolore generale dei suoi cari e di tutto il mondo dello sport che lo amava follemente. Romano verace, Gian Piero Galeazzi nasce a Roma nel 1946 e sin da subito lega il suo nome agli sport calcio e canottaggio: il primo perché inizia la sua carriera giornalistica in radio occupandosi di pallone ed il secondo perché da giovane pratica il canottaggio ad altissimi livelli vincendo anche due campionati italiani, uno nel singolo ed uno nel doppio.
Figlio d’arte, è il padre a trasmettergli la passione per il canottaggio che non lo porterà solo a vincere due campionati italiani e a partecipare alle selezioni per le Olimpiadi del 1968, ma gli consentirà di basare ampissima parte della sua carriera da giornalista in telecronache di gare olimpiche di canottaggio.
Molto malato da diverso tempo, Gian Piero Galeazzi soffriva di un diabete terribile che lo debilitò molto negli anni allontanandolo dalle scene sportive e dal microfono, costringendolo poi su una sedia a rotelle dopo che la malattia gli tolse l’uso delle gambe (in virtù di un’operazione al ginocchio sinistro).
L’ultima apparizione pubblica di Bisteccone Galeazzi, come veniva simpaticamente chiamato da tutto per la sua imponente fisicità, risale a una puntata di Domenica In del 2019 quando insieme alla conduttrice Mara Venier (visibilmente triste e commossa per tutta l’intervista) ripercorsero i tempi andati e la carriera del giornalista, che in continuazione sottolineava di non volersene andare e di combattere per la sua vita quotidianamente.
Gian Piero Galeazzi si è spento a settantacinque anni proprio nella sua città, a Roma, città che amava moltissimo e che oltre ai natali e gli agganci giusti per la meravigliosa carriera fatta in RAI gli diede anche la passione per il calcio che sfociò nel tifo viscerale per la Lazio.
Gian Piero Galeazzi: le telecronache storiche e la carriera da giornalista
Giornalista di primissima fascia e telecronista di enorme livello, furono tantissime le vette toccate nell’ambito sportivo da Gian Piero Galeazzi.
Volto, voce, inviato e conduttore di innumerevoli programmi in RAI, lo ricordiamo soprattutto come inviato sui campi di Serie A, in telecronaca a numerosissime Olimpiadi e alla conduzione di 90° Minuto, La Domenica Sportiva, Notti Mondiali, Notti Europee, di tantissime altre costole di studi pre e post gare e perfino del festival di Sanremo del 1996 dove affiancò Pippo Baudo.
Celebre inoltre la sua partecipazione al doppiaggio del cult cinematografico Space Jam, dove prestò la voce all’antagonista del film il malvagio magnate alieno Mr Swackhammer.
Divennero celebri le sue telecronache, così intrise di passione che lo portarono a sgolarsi talvolta perdendo la voce ma contemporaneamente a dare risalto alla competizione e carica allo spettatore. Memorabili le sue telecronache entusiaste e gridate nel finale in occasione delle medaglie d’oro nel canottaggio di Giuseppe e Carmine Abbagnale alle olimpiadi di Seoul 1988 e di Antonio Rossi e Beniamino Bonomia Sydney 2000.