Uno dei più grandi centravanti in Europa, Suarez, in passato ha avuto un momento in cui perse letteralmente la testa.
Luis Suarez, nell’ultima partita di Liga giocata dall’Atletico Madrid in casa, ha detto addio al club spagnolo e ad una delle sua avventure calcistiche più intense di sempre. In maglia Colchoneros, infatti, ha conquistato un meraviglioso campionato da assoluto protagonista. Il futuro del classe 1987 non è ancora stato deciso; nel frattempo andiamo a rivivere quanto successo in passato quando il centravanti perse letteralmente la testa.
Il modo di giocare di Luis Suarez lo conosciamo tutti; il centravanti, quando scende in campo, mette tutto se stesso, tutte le sue energie e la sua determinazione nel conquistare i tre punti. A volte, però, capita che questo agonismo sfoci in comportamenti sopra le righe come quello di otto anni fa.
Nel 2014, infatti, Luis Suarez ha letteralmente perso la testa in un match tanto delicato quanto importante; gesto che costò carissimo, in termini di sanzioni, all’ex attaccante del Barcellona. Andiamo a vedere di cosa stiamo parlando.
Luis Suarez e il morso a Chiellini: un gesto folle
Come abbiamo detto siamo nel 2014 e Suarez si sta giocando, con il suo Uruguay, la terza partita del girone mondiale contro l’Italia. Un match decisivo per capire chi andrà agli ottavi di finale; partita combattuta, non bellissima con le due nazionali contratte a causa dell’importanza della posta in palio.
Una prima svolta del match fu l’espulsione, decisamente generosa, a Marchisio anche se fu molto più grave il mancato rosso a Luis Suarez. L’attaccante dell’Uruguay, per liberarsi della marcatura di Chiellini, decise di dare un morso alla spalla del difensore azzurro. Un gesto tanto folle quanto incomprensibile che costò carissimo al centravanti squalificato per quattro mesi.
Ecco il video, preso dal canale YouTube di NewWay89-Spot, del morso di Chiellini a Suarez.
A distanza di otto anni dall’episodio è ancora incomprensibile da capire il motivo che portò Suarez a dare un morso a Chiellini; possiamo semplicemente dire come l’attaccante, in alcune circostanze, va ben oltre il consentito e si rende protagonista di episodi che sarebbe meglio cancellare della memoria calcistica.