Lutto nel mondo del calcio: si è spento il più grande di tutti i tempi

Quando un grande del calcio se ne va piangono tutti, fan e rivali, perché lo sport unisce e non divide mai in queste tragedie.

È difficile digerire la prematura scomparsa di qualcuno, chiunque esso sia, figurarsi un numero uno assoluto del mondo dello sport che tutti conoscono. Se poi consideriamo che lo sport in questione è il calcio, il più visto e giocato tra gli sport, allora immaginate quante persone si stiano stringendo intorno alla famiglia del suddetto defunto. Il cordoglio è enorme, nonostante la figura di Mino Raiola abbia spesso diviso in casi come questo non si può fare a meno che ricordarlo e stringersi attorno ai suoi cari.

lutto Raiola
Pixabay

Siamo abituati a percepire gli attori, i calciatori, i cantanti, i dirigenti d’azienda, i personaggi della televisione e quant’altro come divinità inscalfibili, uomini e donne cosi ricchi e potenti a cui non può accadere nulla, perciò quando succede cadiamo rovinosamente e torniamo sulla Terra: siamo umani, pertanto fragili e con una data di scadenza a noi però ignota.

Che Mino Raiola stesse male da un po’ era noto a tutti, ma i medici prima e i giornali poi ci hanno sempre raccontato di operazioni di routine che l’avrebbero rimesso in sesto in breve tempo. Invece se n’è andato, dopo il clamoroso falso allarme del 28 aprile, il 30 aprile Mino Raiola si è spento all’Ospedale San Raffaele di Milano.

Raiola si trascinava da gennaio le scorie dell’operazione precedente che aveva parzialmente frenato la malattia, ma nell’ultimo periodo le sue condizioni si erano aggravate anche se non è chiaro di cosa si sia realmente ammalato il super procuratore del mondo del calcio (indiscrezioni parlarono di un grave problema ai polmoni).

Nei due giorni precedenti alla sua prematura scomparsa, avvenuta all’età di cinquantaquattro anni, Raiola aveva tweettato a metà tra il sarcastico e l’arrabbiato: “Stato di salute attuale per chi se lo stesse chiedendo: incazzato, è la seconda volta in quattro mesi che mi uccidono. Sembra che sia in grado anche di resuscitare“.

Mino Raiola è stato divisivo in vita perché estremamente bravo nel suo lavoro di procuratore, il lavoro più detestato dai tifosi nel mondo del calcio perché visto come una delle principali cause del deterioramento della passione in favore del mero business nel pallone, ma al momento della sua dipartita tutti hanno saputo dare il loro meglio sotto forma di conforto e solidarietà ai famigliari.

Mino Raiola: quali calciatori assisteva il procuratore?

Mino Raiola faceva di tutto come procuratore: gestiva immensi campioni, gli faceva firmare contratti con cifre astronomiche, collaborava con i club alle campagne acquisti e spostava pedine come se non fossero pezzi da novanta del calciomercato con una semplicità disarmante.

Tantissimi i nomi illustri a cui Raiola gestiva la procura: Erling Haaland, Matthijs de Ligt, Gianluigi Donnarumma, Paul Pogba, Marco Verratti e Stefan De Vrij tra i più costosi, ma anche Henrikh Mkhitaryan, Kostas Manolas, Zlatan Ibrahimovic, Mario Balotelli e chi più ne ha più ne metta.

Mino Raiola ha anche partecipato a numerose campagne acquisti di vari club che ne chiedevano l’aiuto, andando a comprare e vendere calciatori per conto di club come il Manchester United, la Juventus e la Roma, per citarne solo alcune.

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