“Non è nulla di grave”, poi la morte: scandalo nel mondo del ciclismo

In alcuni casi i medici dovrebbero essere bravi a capire quando non sopravvalutarsi e così eviterebbero delle tragedie come nel ciclismo.

Ci sono alcuni casi che segnano totalmente non solo la vita personale, ma anche quella di tutti gli appassionati dello sport mondiale, perché quando si tratta della vita di uno dei più importanti campioni che mai si siano visti nella storia bisogna essere non sicuri una volta, ma mille volte di più ogni volta che si decide di fare un certo tipo di diagnosi, tanto è vero che quello che accade a suo tempo fu davvero un qualcosa di clamoroso impensabile.

Lutto ciclismo (Pixabay)
Lutto ciclismo (Pixabay)

Il ciclismo ha avuto tantissimi campioni da poter venerare e adorare nel corso degli anni, con Fausto Coppi che senza ombra di dubbio è stato uno di quelli più grandiosi, con il Campionissimo che è stato amato davvero da tutti.

La sua rivalità con Gino Bartali è stata epica, riuscendo a far rialzare la testa a un popolo distrutto dalla Seconda guerra mondiale, per questo motivo c’è soltanto da dirgli grazie per tutto quello che ha fatto non solo da un punto di vista sportivo, ma probabilmente anche da quello sociale.

Purtroppo però all’inizio degli anni ’60, poco prima della conclusione della sua meravigliosa e straordinaria carriera, di disputare una gara in Uganda in modo tale da poter sponsorizzare sempre di più il ciclismo anche in quella zona di mondo, ma purtroppo fu un crollo su tutta la linea.

La morte di Coppi per una malaria non riconosciuta

Raccontare quel brutto male furono tutti e due ciclisti che erano stati scelti per con la gara, ovvero Coppi e Geminiani, con il francese che inizialmente il mostro fin da subito grossi problemi tanto da svenire e a Parigi riconobbero la malaria, mentre a Torino non andò così.

A imporsi in maniera netta fu il professore Astaldi, il primario dell’ospedale nel capoluogo piemontese che spiega perfettamente come non potesse essere malaria, nonostante ci fossero tutti segnali e soprattutto era certo di essere entrato in contatto con una persona che aveva contratto questo genere di male.

La morte fu davvero rapida, tanto è vero che la gara si disputa il 20 dicembre 1959 è già il 2 gennaio 1960 se ne andò per sempre uno dei più grandi campioni che si siano mai visti nella storia dello Sport, unicamente per colpa di una leggerezza di qualcuno che non potrebbe permetterselo.

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