La maxi rissa è scoppiata in campo dopo l’entrata killer che per poco non pregiudica la carriera al calciatore del Milan.
I calciatori ormai sanno che sono ripresi da mille telecamere, non solo da quelle del VAR che li tengono d’occhio per novanta minuti in caso di colpi bassi o colpi proibiti celati all’arbitro, ma anche da quelle delle televisioni: nel calcio moderno ormai le partite vengono trasmesse da tantissimi canali e network nel mondo, pertanto col tempo i giocatori hanno imparato a non lasciarsi andare a gestacci o parole che potrebbero portare a terremoti mediatici sviluppando l’uso della celebre manina davanti la bocca. Ma c’è ancora un comportamento che non riuscirà a debellare nessuna telecamera: la reazione di un calciatore all’altro dopo aver subito fallo brutto.
È successo infinite volte e risuccederà ancora, d’altronde l’istinto di un uomo non si può spegnere così e se qualcuno mette a repentaglio la tua integrità fisica inevitabilmente, consciamente o no, si reagisce. Bisognerebbe semmai contenere le reazioni non sfociando nella violenza, questo è chiaro, ma in campo il risultato, l’ambiente e l’adrenalina sono variabili impazzite che cambiano inevitabilmente e imprevedibilmente il tutto.
È il 4 agosto 2021, al Mestalla di Valencia i padroni di casa ed il Milan si preparano ad iniziare la stagione calcistica sfidandosi in un’ultima amichevole prima dell’inizio delle danze nei rispettivi campionati, un po’ per mettere benzina nelle gambe e un po’ per testare i progressi fatti durante il ritiro estivo. Il Valencia ha assunto da un paio di mesi come tecnico il preparatissimo e battagliero Jose Bordalas, molto simile a El Cholo Simeone, che nel ritiro estivo ha infuso nella squadra la sua indole combattiva ed i risultati si vedono immediatamente.
La partita è bloccata, centoventi minuti di 0-0, botte e falli costellano la serata al Mestalla ma ciò che più è evidente è che il Valencia è già una macchina di Bordalas: i tackle sono duri, il gioco è maschio e non si cede di un millimetro. Il Milan di Pioli comunque non è da meno, pur rimanendo una squadra più elegante.
Jose Luis Gaya, terzino sinistro capitano e bandiera del club, stanco del possesso palla rossonero interviene duramente, troppo, su Rade Krunic per spezzare l’azione del Milan. Neanche a dirlo Krunic reagisce dicendo qualcosa a Gaya che si fionda sul bosniaco a terra e gli va testa a testa, il centrocampista di Pioli smanaccia colpendo al volto il terzino spagnolo e da lì è guerra: arrivano tutti i calciatori delle due squadre più i membri delle panchina e si accende una rissa degna di una Royal Rumble.
Lo spettacolo che sarebbe dovuto essere “amichevole” diventa uno scenario da main event del wrestling, ma il replay ravvicinato mostrerà che l’intervento di Gaya è si scomposto ma lo stesso Krunic va ad allargare il piede colpendo lo spagnolo con una tacchettata molto brutta e pericolosa. Insomma, nessun santo ne eroe, entrambi avrebbero potuto andarci più piano perché non si gioca mai per fare male all’avversario e perché un’amichevole è per definizione un match senza competitività.
Quando le amichevoli si inaspriscono: il caso Betis-Roma
Non solo Valencia-Milan, a quanto pare proprio non corre buon sangue tra compagini spagnole ed italiane quando si affrontano in amichevole. Sì perché tre giorni dopo il match che ha visto Krunic e Gaya dare il via ad una rissa da Far West è la volta della Roma del neo tecnico Mourinho che va a far visita al Betis a Siviglia.
Il Match terminerà 5-2 per gli andalusi, un risultato umiliante certo ma tutto sommato tipico delle amichevoli estive; ma non è questo il motivo che scatenerà il terremoto in mezzo al campo, perché a parte qualche screzio risolto da cinque di cartellini gialli il match non si inasprirà tanto tra calciatori di compagini diverse, le incomprensioni arriveranno tra i giallorossi e l’arbitro.
Mourinho e i suoi calciatori denunciano all’arbitro una condotta di gara indecente, viziata da innumerevoli errori e favori agli avversari di casa, e le forti proteste e lamentele del club giallorosso porteranno a far estrarre al direttore di gara addirittura ben undici cartellini tra cui sei rossi!
Alla fine del match infatti i giallorossi saranno rimasti orfani del capitano Lorenzo Pellegrini, dei difensori Mancini e Karsdorp, dei collaboratori Nuno Santos e Joao Sacramento e del tecnico Jose Mourinho.